Lo scorso marzo il Natale mi sembrava ancora lontano e nebuloso, eppure adesso è arrivato. Per la maggior parte delle persone sarà sinonimo di sacrifici o di lutto, una festività da far passare in sordina. Altrə non accetteranno di trascorrerla diversamente dagli altri anni, qualcunə semplicemente non la festeggia.
Io mi rendo conto di parlare da una posizione privilegiata rispetto a moltə. Io e il mio compagno stiamo bene, così come le nostre famiglie. Non ho mai smesso di lavorare e la mia vita per ora prosegue.
Non sento molto le Christmas vibes quest’anno, anche se la casa è decorata e i regali fatti. Per la prima volta da non so quanti anni non ho preparato biscottini natalizi e non ho viaggi in programma nell’immediato futuro.
Sono cambiate molte cose in questi mesi, io per prima. Sto esercitando con molta fatica la sospensione del giudizio (nei miei confronti e in quelli altrui) e soprattutto l’accettazione.
Non riesco sempre a essere gentile, razionale e disponibile, ma ci provo. In questo periodo una parola o un gesto di amicizia fanno la differenza.
A proposito di amicizia…Rapporti che sembravano incrollabili si sono accartocciati e poi dissolti, mentre legami apparentemente superficiali si sono rafforzati in una nuova rete di supporto.
Ho avuto spesso la tentazione di troncare con chi è sparitə di colpo, ma mi sono sforzata di fermarmi e mettere tutto in standby.
Mi piace pensare che non è tutto perduto, che quando torneremo a una vita senza paura di toccarci e vederci potremo riprendere in mano i cocci e ricostruire le relazioni che sono state spazzate via. L’altra persona sicuramente ha delle motivazioni che adesso non può spiegarmi, così come io ho le mie motivazioni per aver smesso di provarci.
Al momento non mi sento abbastanza lucida da poter dire cosa si salverà e cosa no. Arranco, alcuni giorni va meglio e altri va peggio, ma proseguo.
Nel primo articolo che scrissi sulla pandemia, a maggio, avevo parlato di strascichi psicologici.
Confermo che ci sono e che li sto sentendo tutti; da un lato mi ricordano che sono viva e che provo emozioni, dall’altro mi dicono che qualcosa dentro di me si sta danneggiando.
Alcune persone si proteggono sviluppando una barriera dura da scalfire, altre vanno in giro con un nervo scoperto che amplifica qualsiasi stimolo arrivi dall’esterno (sia positivo che negativo). Indovinate a quale dei due gruppi appartengo.
Poi è sopraggiunta la stanchezza, che non avevo previsto. Mesi e mesi di allerta, paura di perdere le persone care, di essere impotente e di restare sola.
Sbalzi di umore, incubi, tristezza, risate. È uno stillicidio che alla lunga consuma le risorse interiori.
Questo è il punto in cui dico qualcosa di positivo 😀
Questa situazione non sarà per sempre. Niente resta immutato, nemmeno il Covid-19 (battutona).
Verranno giorni migliori, in cui metteremo il naso fuori di casa senza paura e prenderemo un mezzo che ci porterà dove vogliamo, oltre i confini. Torneremo ad abbracciarci forte, ad aprirci e a riabituarci alla compagnia. Il senso costante di allarme si spegnerà, lasciando il posto ai sogni che abbiamo messo in pausa.
Forse non sarà proprio come prima, ma magari sarà meglio perché daremo un peso diverso a tutto quanto.
Avete già una lista delle cose da fare e dei luoghi che volete visitare? Tenetela a mente e ripassatela nei momenti duri.
Vi auguro di andare avanti senza lasciare nessuno indietro.
Vi auguro di (ri)scoprire il valore dell’empatia.
Vi auguro di non rinunciare mai ai vostri sogni.
Buon Natale!
Valeria