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Vini da bere a Bologna: viaggio tra i calici all’ombra delle due torri

Panoramica dei vini bolognesi

Bologna la dotta, Bologna la grassa. Il capoluogo dell’Emilia-Romagna è la patria di eccellenze gastronomiche e piatti della tradizione gustosi e prelibati, oltre che dell’arte di “tirare la sfoglia”.

Crescentine e tigelle, mortadella IGP, tortellini in brodo, passatelli, lasagne e tagliatelle al ragù, bolliti e arrosti: sono solo alcune delle meraviglie che si possono gustare all’ombra delle due torri. Ovviamente, per vivere un’esperienza davvero al top non bisogna dimenticare un buon bicchiere di vino.

Tortellini bolognesi

L’ideale è come sempre scegliere un prodotto del territorio, dei colli bolognesi o della Romagna. Un buon Pignoletto, ad esempio, fermo o frizzante, o un Trebbiano, per stare sui bianchi. Tra i rossi locali, non si può non citare il Sangiovese, e non dimentichiamo il Lambrusco!

I bianchi: Pignoletto e Trebbiano

Il Pignoletto DOCG Colli Bolognesi deriva dal vitigno Grechetto gentile, da queste parti lo chiamano anche col nome tradizionale di Alionzina. È stato riconosciuto con la Denominazione d’Origine Controllata Garantita nel 2010.

Nel 2013 Daniele Ruscigno, allora sindaco del comune di Monteveglio, istituì addirittura la località “Pignoletto”, per tutelare e valorizzare il vino simbolo del territorio, e nello stesso anno è nato il Consorzio Pignoletto.

Si tratta di un vino armonico e caratteristico, con note fruttate, speziate e floreali. Al palato è fresco e delicato; va servito ad una temperatura tra gli 8 e i 10°, ed è ottimo come aperitivo e in abbinamento a salumi e formaggi locali, ma anche a primi e secondi di pesce, a patto che non siano eccessivamente elaborati o speziati. Agli amanti dei bianchi farà piacere sapere che questo vino si sposa benissimo con il re della cucina bolognese, il tortellino in brodo.  L’azienda Corte d’Aibo produce nei dintorni di Monteveglio un ottimo Pignoletto Superiore Docg Montefreddo, biologico, con un buon rapporto qualità-prezzo. Possiamo citare anche Gaggioli e Orsi Vigneto San Vito.

Vino Pignoletto

Un altro bianco interessante che si beve da queste parti è il Trebbiano di Romagna DOC. Si tratta di un vino dalle origini antiche, noto già al tempo degli etruschi, di “vinum Trebulanum” ne parla anche Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia.

Viene prodotto in particolare nella zona tra Forlì e Cesena. Leggero, fresco e fruttato, si sposa bene con antipasti leggeri, zuppe e piatti di pesce come una bella frittura mista.

Vino Trebbiano azienda Le Coste

Vino rosso: col Sangiovese non si sbaglia mai

Ed eccoci al Sangiovese, signore indiscusso a tavola per accompagnare primi e secondi piatti importanti della tradizione emiliano-romagnola, come il bollito, il castrato alla griglia, le tagliatelle al ragù, o una bella gramigna con la salsiccia.

C’è da dire che il Sangiovese è uno dei vitigni italiani più diffusi: si coltiva in Emilia-Romagna, in Toscana e nel centro Italia, fino in Campania. Lo troviamo in alcuni dei migliori vini italiani come il Chianti, il Rosso di Montefalco e il Brunello di Montalcino.

Il Sangiovese di Romagna è un vino di colore intenso, rosso rubino. Ha un sapore fruttato, pieno, tannico.  Si dice che le caratteristiche del Sangiovese di Romagna rispecchino in pieno quelle dei romagnoli: schiettezza, un carattere ruvido, ma al contempo aperto e ospitale. Già nel 1600 veniva prodotto dai frati cappuccini di Sant’Arcangelo di Romagna: il “Sanguis di Jovis”, così si chiamava, fu servito anche al papa Leone XXII durante un banchetto.

Sono tanti gli ottimi produttori, tra cui la Fattoria Nicolucci di Predappio: provate il Sangiovese Riserva Vigna del Generale.

Vino Sangiovese

Fresco, festaiolo e beverino: il Lambrusco

E con crescentine, tigelle e un bel piatto di salumi? Si può provare un buon Lambrusco!

Fresco, conviviale e beverino: un vino unico, caratteristico delle province di Reggio-Emilia, Parma e Modena. Probabilmente è il vino rosso frizzante più famoso del mondo. Ce ne sono diversi: il Lambrusco di Sorbara, il Lambrusco Maestri, il Lambrusco Salamino di Santa Croce e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. Un paio di buoni produttori sono le aziende Venturini-Baldini e Poderi Fiorini.

Albana Passito, per chiudere in bellezza

Infine, non posso non citare l’Albana, il vino bianco per eccellenza della Romagna, il primo in Italia a ricevere il riconoscimento DOCG nel 1987. L’Albana Passito è perfetto per concludere un’ottima cena: si abbina benissimo a dolci e pasticceria secca.

L’azienda agricola Gallegati ne produce uno molto buono, il Regina di Cuori.

Albana Romagna, Regina di Cuori

Questi sono solo alcuni dei vini più caratteristici dell’Emilia-Romagna. Ce ne sono tanti altri, forse meno noti, come il Pagadebit. Non vi resta che fare un bel giro in enoteca o, perché no, prenotare un fine settimana all’insegna della buona cucina che vi riempirà, oltre che la pancia, anche il cuore.

Scritto da Mariachiara Manopulo

Sposata e da pochissimo mamma, ho un lavoro nel mondo della comunicazione e un incontenibile amore per il cibo, il vino, il mangiare bene, a casa e fuori. Mi piace moltissimo viaggiare, e andare alla ricerca di specialità e prodotti locali, nei mercati, nelle trattorie, ma anche nei ristoranti stellati.

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