Cosa bere durante le Feste?
Manca davvero pochissimo alle feste! Natale, Santo Stefano, Capodanno e la Befana, rappresentano una bellissima occasione per trascorrere del tempo con la famiglia, con le persone a noi più care, con gli amici. Per divertirsi e per fare anche delle belle mangiate tutti insieme.
Da nord a sud, ogni regione ha le sue tradizioni e i suoi sapori. Ma quali vini scegliere per esaltare al massimo la bontà dei piatti? O anche, perché no, per fare un regalo diverso dal solito? Non pensate che per trovare un buon vino sia necessario dissanguarsi, ci sono tante etichette ottime, con un buonissimo rapporto qualità-prezzo.
Per cercare qualche interessante alternativa, sono andata a fare due chiacchiere con Adriano Pallotti, proprietario dell’Enoteca Pallotti, storico punto fermo per buongustai ed eno-appassionati del quartiere Montesacro, a Roma.
Le bollicine per un inizio spumeggiante
Sulle tavole delle feste non possono mancare: le bollicine sono sinonimo di festa e di gioia. Per un brindisi di auguri o un aperitivo sfizioso, si può optare per uno Champagne di piccoli produttori, oppure, per rimanere in Italia, per uno spumante Metodo Classico.
“Per uscire dalle zone tradizionali si può scegliere un bell’Alta Langa, la terza denominazione spumantistica italiana, dopo Franciacorta e Trento doc”, suggerisce Adriano.
L’Alta Langa DOCG – Bianco o Rosato – è un Brut millesimato (ma si può trovare anche Pas dosé ed Extra dry) da uve Pinot Nero e Chardonnay, coltivate nella zona collinare a destra del fiume Tanaro. Viene prodotto unicamente nelle grandi annate perché può essere solo millesimato: un Alta Langa senza l’indicazione di annata non esiste.
Ancora, “un Riesling 100% della zona dell’Oltrepò Pavese, una delle zone più importanti d’Italia per la produzione del Riesling: Calatroni fa un Metodo Classico buonissimo, con un eccellente rapporto qualità-prezzo”. Infine, scendendo al Sud, perché non provare uno spumante prodotto sull’Etna, sia di Nerello Mascalese che di Carricante 100%?.
I vini bianchi, eleganti e profumati
Per quanto riguarda i vini bianchi, da abbinare soprattutto a piatti di pesce, “si va da prodotti un po’ più freschi, con acidità un po’ più alte, che possono andare bene anche sui crudi, come il Timorasso“. Si tratta di un vino piemontese elegante, dal profumo intenso e floreale. In bocca è fresco, sapido ed equilibrato, con una struttura paragonabile ai grandi rossi.
Nella zona di denominazione tradizionale, quella delle colline tortonesi, un buon produttore è Mariotto. Fuori denominazione, nella zona di Serralunga d’Alba, ne fa uno eccellente Ferdinando Principiano.
Per abbinamenti con piatti più elaborati, “si può provare una Lugana Riserva di Sergio Zenato, un prodotto a tiratura limitata (le bottiglie sono numerate)”. Ottimo con la pasta con sughi bianchi, risotti, formaggi di media stagionatura, perfetto con il pesce. “Una buona alternativa – ha aggiunto Adriano – è il Verdicchio dei Castelli di Jesi, come il Riserva di Marotti Campi, un bianco profumato con un eccellente rapporto qualità-prezzo, da servire con primi piatti elaborati, pesce, carni bianche e zuppe”.
Un altro bianco molto interessante è il Riesling Mezzobraccio, prodotto da Antinori sulle colline di Fiesole, in Toscana. Questo nome particolare, “Mezzobraccio”, deriva da un’antica unità di misura fiorentina, in uso nelle zone rurali, per i piccoli appezzamenti di terreno derivante dal più conosciuto Braccio Fiorentino.
I vini rossi, per i menù di terra
Per quanto riguarda i vini rossi, il consiglio è di “partire con un vino leggero, meno strutturato, come un Pelaverga, per citare una denominazione piemontese tra le meno conosciute (è una delle più piccole D.O.C. d’Italia), prodotto nella zona di Verduno”. Si tratta di un rosso molto particolare, caratterizzato da sentori fruttati di fragola, floreali e note speziate piuttosto intense, con un delicato equilibrio tra acidità e tannini. Un buon produttore è la cantina del commendatore Burlotto.
Ancora, “tra i rossi con strutture non importantissime ma un po’ più invecchiati, senza spendere grandi cifre, ci sono i Nebbioli della zona dell’alto Piemonte, come il Nebbiolo Coste della Sesia di Anzivino: Nebbiolo in purezza, staziona in grandi botti di rovere per 18 mesi; è ottimo con i piatti di carne più impegnativi, con selvaggina e cacciagione”. Sempre di Anzivino, per il pranzo di Natale si può scegliere anche il Gattinara, dal sapore asciutto e complesso.
Ci sono poi i rossi strutturati, più tradizionali, come una Riserva di Aglianico della Fattoria La Rivolta, prodotto nella zona del Taburno, “un vino molto elegante, che si abbina alla perfezione con formaggi stagionati, agnello, carne di maiale e cacciagione”.
Per seguire la tradizione, si può scegliere un classicissimo Amarone: uno un po’ più secco, come quello di Brigaldara, oppure quello di Torre d’Orti, che invece ha una maggiore morbidezza, e una struttura tannica ancora più importante.
Ci sono poi rossi di zone fresche, come un Pinot Nero Riserva dell’Alto-Adige.
Adriano mi ha suggerito anche una piccola chicca: “andando nelle piccole isole, c’è un rosso stupendo prodotto a Lipari, il Nero Ossidiana della Tenuta di Castellaro; il nome deriva dalla ossidiana, una pietra lavica nera e tagliente, che caratterizza la zona. È un vino complesso e strutturato, prodotto con il vitigno di origine greca Corinto insieme al Nero d’Avola.
Sembra quasi un vino del nord Italia, dell’Alto-Adige, della Borgogna; rivela sensazioni di sottobosco, una grandissima sapidità, e la salinità dovuta al fatto che i vigneti si trovano proprio sul mare”.
Nella mia lista non poteva poi mancare uno dei miei vini preferiti: il Sagrantino di Montefalco, della cantina Scacciadiavoli.
E infine…un accompagnamento per i dolci
Sotto le feste, non c’è pranzo o cena che non si concluda con il dolce: pandori, panettoni, torroni, frutta secca e tanti altri, a seconda della regione in cui ci si trova.
Un ottimo abbinamento per questi gustosi fine pasto è rappresentato dal Moscato d’Asti: un vino dolce, un passepartout intramontabile, ma, ha sottolineato Adriano, “deve essere veramente buono”. “I vini dolci sono la croce e la delizia delle feste, se non sono davvero buoni e non hanno una buona struttura acida, tendono a fare in bocca un effetto ‘caramella”.
Meglio spendere un po’ di più per il vino dolce che per il vino secco. Da abbinare a un bel torrone al cioccolato, magari con la nocciola gentile piemontese delle Langhe, consigliamo un Barolo Chinato, che aiuta anche nella digestione, oppure un Passito di Sagrantino.
Non ci resta che dire…tanti auguri di buone feste e cin cin!
Scritto da Mariachiara Manopulo
Sposata e da pochissimo mamma, ho un lavoro nel mondo della comunicazione e un incontenibile amore per il cibo, il vino, il mangiare bene, a casa e fuori. Mi piace moltissimo viaggiare, e andare alla ricerca di specialità e prodotti locali, nei mercati, nelle trattorie, ma anche nei ristoranti stellati.